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sabato 28 agosto 2010

giovedì 26 agosto 2010

Fine delle vacanze: come combattere lo stress da rientro

I sintomi sono : sonnolenza, disturbi intestinali, acidità di stomaco, stanchezza cronica, emicranie, tachicardie. Per limitare i danni da stress da rientro si possono utilizzare alcuni accorgimenti.

Prima di tutto la gradualità. Se è possibile riadattarsi progressivamente ai ritmi lavorativi, magari iniziare da metà settimana o con un orario ridotto e part time.


Poi mantenere qualche occupazione vacanziera dopo il lavoro: andare a correre, andare a fare il bagno in piscina o al lago sfruttando le belle giornate. Poi curare un’alimentazione non troppo pesante, con molta frutta meglio se mangiata lontana dai pasti. Anche il rientro dalle vacanze è meglio anticiparlo di almeno un giorno, avendo la possibilità di restare a casa prima del lavoro per 24 o 48 ore.

martedì 24 agosto 2010

Gli Infermieri ? Tra i più stressati

Tra le categorie professionali più a rischio da stress lavoro-correlato rientrano gli operatori del settore sanitario: una ricerca, effettuata dalla rivista trimestrale Assistenza infermieristica e ricerca, ha dimostrato che durante la notte vi è un sovraccarico lavorativo per gli infermieri. FONTE BLOG INFERMIERI AUTONOMI.

Tra le categorie professionali più a rischio da stress lavoro-correlato rientrano gli operatori del settore sanitario, dai portantini agli educatori di comunità, dai medici agli infermieri.

Tra i più soggetti a disagi fisici e psicologici, in massima parte causati da eccessivi carichi di lavoro, con assunzioni di decisioni e responsabilità che non competono loro, vi sono gli infermieri impiegati nei turni di notte.

Per una pura credenza metropolitana di notte il lavoro negli ospedali è più tranquillo, così il personale infermieristico e medico è presente in numero minore rispetto ai turni diurni, ed i pochi infermieri in corsia sono costretti ad affrontare situazioni critiche da soli, senza adeguato supporto medico.

Una ricerca, effettuata dalla rivista trimestrale Assistenza infermieristica e ricerca, ha dimostrato che durante la notte vi è un sovraccarico lavorativo per gli infermieri, in quanto i pazienti nelle ore buie vedono acuirsi lo stato di ansia e preoccupazione dovuti allo stato di salute e chiedono continuamente l'intervento degli infermieri per avere informazioni sulla loro salute così come semplicemente per essere rassicurati.

Su un campione di 115 pazienti, ricoverati in quattro diversi reparti dell'Azienda ospedaliera-universitaria di Udine, controllati per dodici notti consecutive, è emerso che ciascun malato ha chiamato gli infermieri quattro volte, con un'incidenza del 42,4% tra le 21 e le 23, e che solo per il 3,1% dei casi era effettivamente necessario l'intervento del medico di guardia.

Tale ricerca dimostra chiaramente l'aumento del carico di lavoro per gli infermieri notturni, sia per la pressione psicologica dei ricoverati, sia per il numero esiguo di personale, sia per problemi puramente organizzativi (cartelle cliniche e risultati di analisi conservati in luoghi lontani dalle corsie) con un aumento di stress lavoro-correlato, che si traduce dapprima nel rischio concreto di mancata assistenza al malato e poi di maggiori infortuni nella categoria ( in media gli infortuni che riguardano i lavoratori del settore sanitario sono maggiori del 30% rispetto ad altre categorie lavorative).

I sintomi e la patologie legate allo stress da lavoro che colpiscono gli infermieri notturni sono in costante aumento con la conseguenza di un numero maggiore di assenze lavorative per malattia.

Questo comporta un'ulteriore diminuzione delle risorse disponibili e un impatto psicologico negativo sui pazienti ricoverati che avvertono una minor sicurezza sul loro stato di salute, fonte di forti stati di ansia e depressioni che provocano un deterioramento delle condizioni cliniche generali, spesso causa di conseguenze irreparabili.

lunedì 23 agosto 2010

Forse le bugie hanno le gambe corte, ma combattono lo stress

Robert Feldman, professore di psicologia all’università del Massachusetts, ha pubblicato un libro sulle bugie “Liar: the truth about lying”, in cui sostiene che le bugie aiutano ad evitare i problemi legati sia allo stress lavoro correlato sia alle varie relazioni interpersonali, di cui si nutre la società.

Il libro, frutto di 25 anni di ricerche, studi ed osservazioni sul comportamento umano, dimostra in maniera elementare che per vivere bene, o meglio per sopravvivere, il nostro cervello deve mentire.

Infatti così come gli animali mentono per evitare attacchi di predatori (basti pensare alle trasformazioni del camaleonte) anche l’uomo agisce nello stesso modo all’interno della moderna società con l’aggiunta però del libero arbitrio.

Ne deriva che le bugie c.d. benevole o a basso rischio aiutano a vivere nel benessere, senza sentirsi soffocati dai continui cambiamenti della società, e consentono alla società stessa di progredire; dall’altro lato della medaglia le bugie malevole, agendo nel lungo periodo creano un’impalcatura così grande da non proteggere più l’uomo ma da soffocarlo, creando i meccanismi tipici dello stress, dal senso di frustrazione alla vergogna, dall’ansia agli stati depressivi.

E allora per evitare lo stress da lavoro lasciamo aperta la porta alle piccole bugie, a tutte le mezze verità dette senza malizia, che ci consentono di lavorare sereni e vivere tranquilli.

Lavoro, quello stressante piace di più !

Lavoro, più c’è stress più piace!

È uscita una classifica su CarrerCast, un portale famoso di annunci di lavoro negli Stati Uniti. E, a sorpresa, risulta che i lavori più ricercati in assoluto sono quelli più stressanti, quelli dove si lavora di più ma – almeno negli States – si guadagna di più e si fa carriera. Eppure tanti hanno detto stop allo stress correlato al lavoro e si rifiutano di stare in ufficio o in altro luogo per 15 ore. Per stimare la qualità del lavoro il sito ha messo a punto delle variabili che tengono conto di stress, sforzo fisico, ambiente di lavoro, reddito e prospettive di carriera.

Novità? Poche visto che il lavoro più stressante in assoluto è il pompiere – poco sonno, ansia perenne, rischi da lavoro correlato notevoli tra fuoco e fiamme. Eppure migliaia sono entrati nell’organico contenti di avere un posto fisso nei VVF. Sembra che nelle città nordamericane sia molto stressante fare il Senior corporate executive perché dirigere un gruppo di lavoro e un’azienda comporta un dispendio di energie notevole. Per il resto famosi stressati sono i piloti, i tassisti, i chirurghi: impossibile negarlo, la responsabilità è tanta e avere a che fare con il traffico e i casi urgenti mette la stessa adrenalina in circolo e nella valutazione dei rischi da stress lavoro correlato sono sempre tra i primi ad essere riconosciuti a rischio.

Altri sono quelli che vivono un ambiente di competizione come i pubblicitari e gli immobiliari, sempre pronti a scattare per eliminare la concorrenza. Eppure, piuttosto che la tristezza di stare soli a riparare attrezzature ed elettrodomestici, la maggior parte preferisce alzarsi la mattina e andare nella “giungla”. Ci sono, anche se la minoranza, quelli che cercano un lavoro tranquillo, magari rilassante e solitario come il famoso custode dell’isola australiana Hamilton che ha dovuto spuntare il posto di lavoro contro migliaia di candidati. L’eccezione di lusso? L’attuario di assicurazioni: lavora poco, è specializzato, non si stressa e fa carriera. È il primo della lista!

venerdì 20 agosto 2010

Stress da lavoro: a fine anno la valutazione

Si fa in tempo fino al 31 dicembre 2010 a rilevare e valutare il nuovo rischio da stress lavoro-correlato, sia nel pubblico sia nel privato.

Con l’emendamento introdotto al comma 12 dell’articolo 8 del Dl 78/2010, il Senato ha infatti approvato il rinvio di una scadenza che preoccupava gli operatori del settore, non solo per la complessità della materia, ma anche per la mancanza di indicazioni da parte dell’apposita commissione.

Il comma 1-bis), articolo 28 del Dlgs 81 del 2008 stabilisce che la valutazione dello stress lavoro-correlato deve essere effettuata nel rispetto delle indicazioni fornite dalla commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ex articolo 6, comma 8, Dlgs 81/08, e che il relativo obbligo decorre dall’elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto delle stesse, a far data dal 1° agosto 2010. È proprio questa la data che ora è rinviata al 31 dicembre 2010.
Lo stress lavoro-correlato, che non va confuso con il mobbing, può potenzialmente colpire in qualunque luogo di lavoro e qualsiasi lavoratore, e la sua valutazione è volta ad individuare le fonti che possono comportare infortuni o danni diretti alla salute nonché a cogliere i segnali che possono indicare la presenza di stress. Prevenire, ridurre o eliminare il problema può voler dire più efficienza e, soprattutto, consente di apportare miglioramenti nelle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta, quindi, di riconoscere nell’organizzazione del lavoro alcuni indicatori di rischio che possono causare stress, fra cui i più comuni possono essere:

• orari di lavoro troppo lunghi o imprevedibili, turni particolarmente faticosi;

• carichi di lavoro eccessivi oppure troppo ridotti, monotonia o frammentarietà del lavoro;

• incertezza degli incarichi e dei compiti, mancanza di informazioni e/o di formazione;

• posture scomode o stancanti, posti di lavoro inadeguati, temperature elevate o basse, eccessivo rumore eccetera.

Le indicazioni in materia non sono chiare tanto che il ministero del Lavoro ha espresso la necessità di approfondimenti.

Quello che manca è soprattutto l’elaborazione delle procedure standardizzate che dovrebbero essere seguite dai datori di lavoro che occupano fino a dieci lavoratori e che possono effettuare la valutazione dei rischi da stress lavoro-correlato secondo standard che tengono conto dei profili di rischio e degli indici infortunistici di settore.

I datori di lavoro che non superano questi limiti dimensionali possono, comunque, fino alla scadenza del diciottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto interministeriale che fissa i parametri – e, comunque, non oltre il 30 giugno 2012 – autocertificare l’effettuazione della valutazione dei rischi.

(Fonte: Il Sole 24 Ore di mercoledì 21 luglio 2010)

giovedì 19 agosto 2010

domenica 15 agosto 2010

Stresss...............

sabato 7 agosto 2010

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