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lunedì 6 settembre 2010

Ma cos'è il BURNOUT?

Il termine burnout è stato utilizzato per la prima volta negli anni Trenta nello sport. Questo termine era utilizzato per descrivere la condizione fisica di alcuni atleti che, avendo esaurito tutte le loro energie, non avevano alcuna possibilità di recupero.

Attualmente il termine è utilizzato nel campo della psicologia del lavoro per indicare una sindrome. La sindrome da burnout studiata in maniera approfondita dalla psichiatra C. Maslach, è una manifestazione sintomatologica che colpisce le persone che svolgono lavori che richiedono uno stretto contatto con gli utenti del servizio. Il burnout, insieme al mobbing, è una condizione che negli ultimi anni ha interessato molto gli studi in psicologia del lavoro.

I professionisti che sono maggiormente esposti al rischio di sviluppare questa sindrome sono spesso impiegati in tutte quelle professioni definite di “relazione d’aiuto” includenti oltre che una prestazione professionale anche un coinvolgimento personale. Fanno parte delle professioni di relazione d’aiuto tutte le attività che s’iseriscono nell’area sanitaria, assistenziale, educativa, sociale, ecc (medici, infermieri, insegnanti, educatori, poliziotti, ecc.).

venerdì 3 settembre 2010

LAZIO/SANITA': FIALS CONFSAL, REGIONE ATTIVI CONTROLLI SU STRESS LAVORO

LAZIO/SANITA': FIALS CONFSAL, REGIONE ATTIVI CONTROLLI SU STRESS LAVORO


(ASCA) - Roma, 2 set - La Regione attivi controlli per valutare la sicurezza e lo stress sul lavoro. Lo ha dichiarato in una nota il segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano, in seguito ai recenti casi in cui si ipotizza che le liti in corsia siano state la causa di episodi di malasanita'.

''Gli ultimi recenti e presunti episodi di malasanita' - ha dichiarato - che sono arrivati in pasto all'opinione pubblica come casi allarmanti, possono essere stati causati dallo stress psicofisico correlato al lavoro in corsia, pertanto si impone un atto di risoluta verifica e di dovere istituzionale. La Nostra Organizzazione chiede che la Regione si impegni a garantire la sicurezza sanitaria anche in casi che riguardano stress eccessivi nei luoghi di lavoro. Per questo servono controlli accurati in tutte le strutture sanitarie e checkup sugli operatori''.

''Certo e' che le pesanti responsabilita' e i turni di lavoro massacranti ai quali sono sottoposti medici e infermieri nel tempo - ha proseguito - possono anche provocare situazioni di grave stress psicofisico che puo' far degenerare nell'ambito lavorativo anche liti per futili motivi. E in merito a questa precisa situazione, vorremmo ricordare alla presidente del Lazio Polverini la circolare di Confindustria che analizza quali e quanti casi di stress a causa di pressioni psicofisiche debbono essere analizzati e identificati come stress correlato al lavoro. Sembra davvero che questi avvenimenti fortuiti facciano al caso nostro.

Invitiamo la presidente a dargli un'occhiata e prendere le opportune decisioni''.

''E' per questo - ha concluso - che procediamo con una serie di nuovi quesiti da porre alla presidente e commissario alla Sanita': chiediamo in quante aziende sanitarie (Asl e ospedali, policlinici e Irrcs) e' stato attivato un supporto psicologico riservato al personale interno e soprattutto come l'Istituzione regionale intende rimediare alle manifeste carenze di organico. Infatti il Lazio e' sotto organico di 5.000 infermieri e centinaia di medici lavorano con contratti di sostituzione. Non vorremmo che la logica della Regione fosse quella di diminuire offerta per scoraggiare la richiesta a recarsi presso le strutture pubbliche''.

(Asca)
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